Viaggio nel Friuli Venezia Giulia che non ti aspetti

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Il Friuli Venezia Giulia è una regione italiana situata a nord est della penisola. Per i suoi confini geografici con la Slovenia, il Friuli è stato spesso abbassato a semplice luogo di passaggio e di dogana e non come meta ultima di un viaggio. Negli ultimi anni, sia per la crisi che sta colpendo anche il settore turistico, sia per la circolazione condivisa delle conoscenze individuali grazie al web, il Friuli Venezia Giulia viene riscoperto come regione da visitare.

Una soluzione tra le tante per soggiornare in questa regione, è rappresentata dalla struttura ricettiva dell’hotel. Gli hotel in Friuli Venezia Giulia, infatti, le strutture alberghiere coprono l’intero territorio in  modo da rendere possibili soggiorni in differenti posti per viaggi il più personalizzati possibili. C’è veramente l’imbarazzo della scelta perché il Friuli Venezia Giulia è in grado di soddisfare le esigenze del turista curioso con interessanti itinerari, sia per la bella stagione come per l’inverno.

Gli amanti dello sci e della montagna invernale potrebbero rimanere incantati dal fascino delle Alpi friulane ed entusiasti delle piste estremamente curate e mai affollate del Friuli: i comprensori sciistici della regione offrono ben centotrentatre chilometri di piste con impianti di risalita di ultima generazione e neve sempre perfetta. Senza dimenticare gli amanti dello sci da fondo che potranno godere di ben duecento chilometri di piste in tutta la regione ad esso dedicate.

Le soluzioni proposte dagli hotel del Friuli Venezia Giulia per la stagione invernale sono in grado di soddisfare tutti i gusti e tutti i portafogli. Nella fascia degli hotel a cinque stelle, quattro stelle superior fino ai tre stelle, pacchetti in cui niente è lasciato al caso anche per chi non ha voglia di sciare grazie a beaty farm e spa con trattamenti estetici degni di nota.

Per coloro che invece guardano un po’ più al portafoglio, in Friuli è possibile realizzare il sogno di una settimana bianca low cost: diversi hotel offrono pacchetti che comprendono alloggi con trattamento di mezza pensione, ski pass e noleggio attrezzature. 

Ma tante sono le attività anche per chi non scia: escursioni con racchette da neve, discese con la slitta, alla scoperta della flora e della fauna del mondo della montagna.

Il Friuli Venezia Giulia è una regione tutta da scopriree e di riscoprire: regione ricca d’arte, di storia, di tradizioni enogastronomiche, di mare. È una perla italiana a cui dedicare tempo e spazio dei nostri viaggi.

Babbo Natale o San Nicola di Bari? Befana o madre natura?

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storia-di-babbo-natale-e-befanaC’è un qualcosa di meraviglioso che fa compagnia a tutta l’umanità in questo periodo dell’anno: Le feste Pagane e le feste Cristiane. Gesù bambino, i Re Magi, Babbo Natale e la Befana, un qualcosa di meraviglioso che ci accompagna per tutta la vita, nell’altalenante ciclo vitale che ci fa sognare quando siamo bambini, ci delude quando scopriamo la verità e ci ritorna meraviglioso quando scopriamo la storia. Nell’era della multimedialità, delle grandi tecnologie, del web e del sapere, troviamo ancor oggi quella magia che probabilmente non si perderà mai, la magia delle tradizioni più forte di qualsiasi nuovo costume.

Così succede che alla mia età tutte le versioni del Babbo Natale e della Befana hanno un nonsochè di meraviglioso. Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, ad esempio,  derivano dallo stesso personaggio storico, il vescovo (poi divenuto santo) San Nicola di Bari, o semplicemente Nicola della città di Myra (antica città dell’odierna Turchia), di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli che erano stati rapiti e uccisi da un oste e che per questo era considerato il protettore dei bimbi ma anche il patrono dei marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti.. Un vescovo  che viene ancora oggi rappresentato con abiti vescovili e con la barba lunga e bianca… vescovo le cui reliquie si trovano ancor oggi a  Bari. E’ proprio la Basilica di San Nicola, costruita nel 1087, il luogo che è ancora meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli che ogni anno giungono nella città del Sol Levante riempiendo ristoranti (tra i ristoranti a Bari ce ne sono alcuni meta di turisti proprio nella Bari Vecchia, vicino la Basilica), alberghi, b&b o semplicemente pensioni per ammirare la bellissima Basilica.

Ma la leggenda di San Nicola è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti, come è anche il santo patrono della città di Amsterdam e della Russia; In Grecia san Nicola viene talvolta sostituito da san Basilio Magno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea. Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato due settimane prima del 5 dicembre, data in cui distribuisce i doni (il suo compleanno risulta essere il 6 dicembre). L’equivalente di Babbo Natale in questi paesi è Kerstman (letteralmente “uomo di Natale”). In alcuni villaggi delle Fiandre, in Belgio, si celebra la figura, pressoché identica, di san Martino di Tours (Sint-Maarten). In molte tradizioni della

Chiesa ortodossa, san Basilio porta i doni ai bambini a Capodanno, giorno in cui si celebra la sua festa. La rappresentazione popolare di Babbo Natale che cavalca una capra, forse derivata dal Tomte svedese. In tempi più recenti, sia in Svezia che in Norvegia il portatore di doni viene identificato con Tomte o tomtenisse, un’altra creatura del folklore locale. In Finlandia, la capretta di Yule viene chiamata joulupukki.

Secondo alcuni il vestito rosso di Babbo Natale sarebbe opera della Coca-Cola, originariamente infatti il vestito di Babbo Natale era verde. Questa teoria non è però da ritenersi corretta siccome storicamente la Coca-Cola non fu la prima ad usare la figura moderna di Babbo Natale nelle sue pubblicità, ma venne preceduta in questo dalla White Rock Beverages per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger ale nel 1923. Ancor prima di queste pubblicità, la figura di Babbo Natale apparve vestita di rosso e bianco in alcune copertine della rivista Puck nei primi anni del ventesimo secolo.

E la befana?
Il termine “befana” inteso come “fantoccio esposto la notte dell’epifania” fu usato da Francesco Berni nel 1535, e ancor poco dopo da Agnolo Firenzuola 1541 anche se si sono trovati testi anche di secoli addietro.

L’origine della Befana va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare. La rinascita di Madre Natura, in quanto anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.

L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno, anche in questo caso atto dalla forte caratterizzazione simbolica dal valore propiziatorio per l’anno nuovo.

Ma avete letto? non è meraviglioso? Le tradizioni attraversano i secoli, e non importa se si è bambini o adulti, l’importante è non dimenticarli mai.

Quando l’arredamento per i negozi è il tuo peggior nemico.

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Non è una cosa tanto scontata, come all’apparenza potrebbe sembrare. Non c’è cosa più odiosa che entrare in un negozio e ritrovarsi costretti a chiedere dove si trova questo o quel prodotto a causa di allestimenti pensati da persone probabilmente incapaci. Prodotti collocati da formidabili pensatori capaci di farti fare 10 volte avanti e indietro prima che tu possa comprendere dove hanno collocato il benedetto oggetto che cercavi.

La scena apocalittica sopra descritta, vale un po’ per tutti i settori merceologici: alimentari, musica, informatica, make up, telefonia. Noi fruitori e compratori siamo ingabbiati in un arredamento per negozi, dove niente si può toccare e tutto sembra esposto in maniera museale.

Chi è shopping dipendente, sa che il settore dell’abbigliamento è quello più disordinato e senza alcun senso logico… ma anche grandi catene di negozi, supermercati e ipermercati a volte non riescono a trovare il loro filo conduttore.

Quindi, riorganizzate l’arredamento per i vostri negozi in modo tale da rendere noi clienti più autonomi e felici, perché, come recita un detto popolare, abbiamo sempre ragione.

Aspetti l’arredatore? No… Il catalogo Ikea

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Esco di casa. È molto presto, non è ancora giorno. So già che sarà un’altra giornata grigia. Mai una novità, mai un cambiamento. Casa e lavoro, lavoro e casa. Speriamo almeno in qualcosa di interessante da fare in ufficio, che mi tiri su da questo grigiore interno.

Torno a casa. Pausa pranzo. Cammino verso il cancello, come sempre carico di buste. Alzo gli occhi un istante e vedo il nuovo catalogo Ikea… lo lascio sotto la pioggia? Dai, no, lo porto a casa, chissà mi distrae da questa giornataccia.

Velocemente appoggio per terra buste della spesa, la borsa del lavoro e ovviamente il catalogo Ikea. Mi metto comodo in mezzo secondo, tampono la fame con una fetta biscottata e piombo sul divano per dare un’occhiata al catalogo. Forse quelli dell’Ikea lo sanno: il catalogo arriva ogni volta che io voglia fare qualche cambiamento all’arredamento del mio ufficio. Prima c’è l’arredo casa: tazze, tazzine, cucchiai, cuscini, comodini, letti, lenzuola, tappeti, lampadari, cornici, vasi, quadri, specchi, orologi, divani, poltrone, sedie, sgabelli, tavolini. Poi la parte dell’arredamento negozi.

Le briciole della fetta biscottata cadono nel frattempo inesorabilmente sul catalogo dedicata all’Ikea dei piccoli. Io non ho bambini ma sono un loro ottimo sostituto perché tra briciole e disordine sembro uno di quei monelli da sculacciare. Dovrei mettere in ordine prima che torni mia moglie ma, purtroppo, mi addormento, sognando di essere milionario… dove mi trovo? Sono all’Ikea, a comprare i miei nuovi mobili per ufficio, scaffalature e nuovi arredi, poltrone, quadri, candele alla vaniglia, agli agrumi, alla mela verde, al gelsomino, al cioccolato, alla fragola, in un turbinio di profumi.

Mi sveglio. Oddio. Chi sono? Dove sono? Ma più che altro, che ore sono?

È tardissimo, ovviamente. Lei è appena tornata e con le braccia a penzoloni ormai arresa al mio disordine mi guarda… poi nota il catalogo Ikea… mi sorride e mi dice “non ti dico niente se domani mi porti a far compere lì!” . Proposta che non si può rifiutare!

Beati gli under 36 de “La Tavola di Gourmondo”: mangiano nei ristoranti stellati a prezzi ridotti

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Si chiama La Tavola di Gourmondo ed è la nuova piattaforma web abbinata alla Guida ristoranti Oraviaggiando, nata per avvicinare i giovani all’alta ristorazione gourmet. Si, avete capito bene, sto dicendo che da oggi è possibile sedersi nei ristoranti di altissimo spessore come Vissani, Uliassi, D’O, La Frasca, Liuzzi, Le Colonne, Cipriani, Le Coq, Ricci, Cielo, Righi e tantissimi altri potendo spendere molto ma molto meno rispetto i prezzi che vengono proposti normalmente.

Perché?
Perché c’è una grande attenzione da parte dei giovani verso l’enogastronomia italiana… c’è voglia di comprendere, c’è voglia di curiosità ma manca l’esperienza diretta. E per passare dalla teoria alla pratica bisognava stimolare i grandi chef che – ne La Tavola di Gourmondo – hanno dato davvero il massimo. Ecco i protagonisti finora presenti e disponibili:

Ristorante Percorsi di Gusto
Antica Osteria Marconi
Ristorante Era Ora
Le Colonne Restaurant
Ristorante La Frasca
Locanda Liuzzi
Ristorante Quarto Piano
Ristorante Il Piastrino
Ristorante Paolo Teverini
Ristorante D’O’ Davide Oldani
Ristorante Alla Lanterna
Ristorante Uliassi
Ristorante Antichi Sapori
Umami ristorante
Ristorante Al Fornello Da Ricci
Ristorante Cielo la Sommità
Ristorante Lemì
Ristorante Peppe Zullo
Osteria Già Sotto l’Arco
Ristorante Porta Nova
Ristorante Righi
Ristorante Torre d’Oriente
Ristorante Vissani
Ristorante Baccalà Divino
Locanda Cipriani
Ristorante El Coq

Si possono vedere tutti cliccando qui: www.latavoladigourmondo.it

Buon appetito allora!

Comprare profumi on line, a ciascuno il suo profumo su profumi Amore

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profumi-on-line

profumi-on-line

Continuando con il mio viaggio “dentro casa” ho avuto modo di trovare un bellissimo sito che vende profumi sul web. Anche questa volta mi sorge spontanea una domanda (la stessa che mi ero fatto anni fa quando incominciai a vedere i primi siti e-commerce di abbigliamento): ma come è possibile comprare un profumo on-line? Eppure sono a 6 zeri le cifre che ruotano attorno al commercio elettronico dei profumi.

Ma quello che ho visto oggi è stato molto più interessante di quanto io potessi immaginare: un bellissimo negozio di profumi introvabili, di nicchia, di quei profumi che non troveresti in nessun altro luogo del mondo. “Profumi Amore”, questo il nome del negozio che rispecchia la sostanza di un sito ben fatto, elegante e raffinato che riprende in pieno stile provenzale, un mondo…profumato.

Consigli su come acquistare un profumo on-line
E’ facile farsi prendere dalla voglia di acquistare un profumo tra quelli proposti da PROFUMI AMORE.. qui non si tratta di una semplice idea regalo, ma di un qualcosa di intimo, che deve parlare di noi, della nostra personalità e del nostro carisma ed è facile che il mouse cada velocemente nel “compra subito”. C’è da temere qualcosa? in verità no, anche perché da pochi minuti ho appena comprato un profumo senza conoscerne l’essenza… sarà il caso di chiamare questo blog “fuori di testa”?

Vendita confetti on line, una nuova idea regalo

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Non ci sono dubbi, viaggiare e scoprire nuove città è uno dei privilegi al quale qualsiasi essere umano non vorrebbe rinunciare… Ma è anche vero che non è sempre possibile essere “fuori casa”, alcune volte è anche piacevole e rilassante viaggiare rimanere fermo nella propria stanza… navigare alla scoperta di cose nuove. Non solo nuove città ma anche nuovi oggetti e nuove idee regalo. E’ stato così, smanettando alla rinfusa e facendomi portare dai link più strani, che ho scoperto un sito in cui si fa vendita on line di confetti artigianali, meravigliosi e – adesso posso dirlo – anche straordinariamente buoni. Il sito si chiama BeSpoke Italian Touch, che letteralmente significa “tocco italiano su misura” e il cui senso è pressapoco “creatività italiana fatta su misura”. Nella sostanza in questo sito è possibile acquistare confetti prodotti artigianalmente in Italia e venduti in piccole quantità nel bellissimo e-commerce realizzato appositamente per questi confetti dall’ineffabile sapore.

La scatola di confetti artigianali che vedete qui in alto è esattamente quella che ho acquistato io online: solo la confezione elegantissima valeva la piccola spesa… ma all’interno, amici miei, che spettacolo! Confetti con vera mandorla di Avola aromatizzati al pistacchio, cannella, peperoncino, cioccolato e tanti altri gusti che si trovano nella versione “Exotic”.

Come potete vedere fuori casa si trovano tantissime cose che comunque è possibile scoprirle… rimanendo dentro casa!

Le guide on-line più lette delle guide cartacee. Ma ci si può fidare?

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Siamo in piena web-revolution, tutto il mondo sta cambiando ad una velocità tale che i mutamenti sono assolutamente visibili e percepibili a vista d’occhio. Nasce un App e all’improvviso non si pagano più gli sms, nasce un sito web e come per magia si mangia e si beve alla metà. Questa rivoluzione, comunque vada, è positiva e mette in relazione persone e idee ad una velocità strepitosa anche se ci sono alcuni settori che sembrano non gradire la grande cavalcata del web. Un esempio? La guida ai ristoranti che trovi sul web. Le guide enogastronomiche fatte di carta con le loro redazioni e i loro gastronomi sempre più stanati da guidaioli improvvisati che si auto-eleggono nuovi ambasciatori della critica gourmet. Finché gli italiani si limitavano a fare gli allenatori della nazionale d’innanzi alle partite dei mondiali, nessuno storceva il naso. Ma criticare un piatto richiede competenze molto più rare rispetto al “metti Del Pierooooooo” dei calciofili non praticanti. E’ per questo che i giornalisti gastronomici sono sul piede di guerra contro le recensioni fai da te di molti siti.

Quello che bisognerebbe prima di tutto capire è quale tipo do lettore abbiamo intenzione di approcciare. Personalmente non credo che il lettore Gambero Rosso o il lettore Michelin possa mai sostituire le rosse con – ad esempio – Tripadvisor. Il problema nasce sul lettore medio, colui che si trova a metà tra la lettura delle opinioni del web e le notizie che arrivano dalla patinata e rilegata carta. Se è vero che le guide cartacee stanno rischiando di perdere terreno (ma poi mica è vero?) è soprattutto colpa del basso spirito pioneristico dei giornalisti gourmand. Sempre i soliti nomi e molta paura di rischiare la pelle citando e apprezzando nuovi giovani emergenti. Così, nel frattempo che in cima alle classifiche si fa vedere un Heinz Beck che conquista la vetta, giornalisti ben conosciuti del calibro di Luigi Pignataro aumentano i loro proseliti per merito di un rapporto più vero con il tessuto enogastronomico.

“Noi poveri blogger di provincia non siamo mai invitati a nessuna presentazione (eccetto L’Espresso, summa cum laude a Vizzarone nostro) – scrive Pignataro – …ma cavolo, dico io, non pretendo un invito al festone della Rossa (in sede Michelin credono che i blogger siano animaletti da disinfestare) ma almeno il Gambero Rosso o Identita Golose, cribbio ! Il Gamberone è cresciuto di più grazie al web che alla carta; ah, macchettelodicoaffare, mi sovviene che spesso manco siamo invitati alle aperture di famosi ristoranti… Questo per dire che non farò sconti a nessuno!

Comunque, carta o web non importa, l’importante è che si parli della nostra strepitosa cucina italiana.

Come cercano gli stranieri un agriturismo nelle Marche con piscina

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agriturismo con piscina in Italia

agriturismo con piscina in Italia

Il titolo potrebbe sembrare surreale o provocatorio,  ma vi siete mai chiesti come chiamano gli stranieri i nostri agriturismo, casa vacanze, ville con piscina o bed & breakfast? Beh, a parte quest’ultimo che ha connotazione internazionale come la parola “hotel”, per quanto riguarda il resto delle abitazioni ricettive sembra che ci si disperda in tante parole chiave che alla fine riportano sempre e comunque ad un unica identità di alloggio. Gli olandesi cercano unendo alla parola “Farm” o “Villa” il termine “cheap” o “last minute”… Gli inglesi nelle loro ricerche inseriscono anche il temine “Luxury Villa” mentre i tedeschi, molto più Geek di noi, si divertono a cercare anche con  i termini in italiano… ecco che ti ritrovi con parole cercate su google che assomigliano molto a Agriturismo Marken o nella peggiore delle ipotesi con un italo-inglo-germanico vedi che ti trovano (e ti trovano) con Agriturismo Marken with Pool.

Cosa cercano invece i puristi della lingia inglese? Per cercare un Agriturismo con piscina nelle Marche i puristi usano “farmhouse with pool Marche” oppure “Villas with pool Italy”.

Tanti modi per cercare comunque un luogo, preferibilmente con piscina, in grado di regalare un’estate all’insegna del relax e – volendo – della buona cucina. E che siano nelle Marche, in Toscana o in Umbria poco importa, l’importante è che vengano in Italia.

Mangiate poca carne e quel poco mangiatela buona… a Rimini

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Mangiare carne argentina a Rimini

Mangiare carne argentina a Rimini

Pubblicando per due volte consecutive due post relativi ad altrettanti ristoranti di carne si potrebbe pensare che sono un incallito consumatore della “ciccia” sotto tutte le forme possibili ed immaginabili. In verità chi mi conosce sa che sono dell’opinione che la carne andrebbe consumata con moderazione sia per un fine etico che per una questione legata al benessere e ad una corretta alimentazione. Il principio è un altro: se non siete vegani o vegetariani e bene o male la carne si presenta nel vostro menù una o più volte al mese, almeno mangiatela di qualità. A parte il vostro macellaio di fiducia, ho avuto modo di scoprire tra i ristoranti Romagnoli un ristorante che propone a Rimini carne argentina, carne irlandese, carne di bufalo e carne di bisonte che merita una citazione: si tratta del ristorante Cascina del Gaucho, un ristorante prettamente di carne che per merito di uno chef dedicato alla griglia (a vista) e per merito di una selezione maniacale dei prodotti, si sta facendo conoscere in tutta Italia per la squisitezza delle carni e per l’abilità nel trattarla sui fornelli.

Angelo e Natasha, il primo pugliese di Taranto, la seconda abruzzese di Pescara, si completano straordinariamente nel loro lavoro: uno staff professionale ma alla mano, in grado di rispondere sempre con grande savoir faire alle aspettative della clientela ciccia-dipendente. Tagliere di carni nostrane, asado, filetto di manza Irlandese alla griglia, tagliata di manzo argentina, Picaña argentina con salsa chimichurri, scottadino d’agnello scozzese alla griglia fino alla cotoletta di maialino da latte alla milanese con patatine e – come scrivevo prima – carne di bufalo e carne di Bisonte. A Rimini sulla strada consolare per San Marino.

Telefono:+39 0541 753353
Fax:+39 0541 753353
info@lacascinadelgaucho.it