Archivio mensile:luglio 2011

Fano Jazz Festival il giorno dopo

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….e siamo sempre qui, al PalaJ, al JazzVillage, un Village che in futuro sara senz’altro da arricchire per tornare agli antichi fasti (quelli del (2007).

Siamo qui dopo una giornata, si con il sole, ma pur sempre con qualche incertezza meteo nella mattinata che ha portato ancora una volta il concerto delle 21 al Teatro della Fortuna, per gli amanti della musica all’aperto è una quasi  disgrazia la musica in Teatro, ma è una fortuna (…e così si chiama, Teatro della Fortuna???) che ne permette lo svolgimento comunque.
Il Trilok Gurtu Quartet davvero nella sua fantasmagoria di suoni luminescenti irradianti arcobaleno sta stretto tra palchetti e ordini ma tant’è, chi si accontenta gode….e dunque….

Alle 23,30 al PAlaJ, parte Aldo Bassi Quartet, un quartetto di quelli che i piedi te li fan muovere sul serio.
il vasto pubblico, s’avventura tra tavoli e sedie con un bicchiere di Bacco o Cavalieri, si Verdicchio, (Jesi e Matelica, eterno dilemma irrisolto, perché entrambi superbi), Lucrezia Passerina (moderna soluzione del bere)
Gessara (gigante di bianchello che ha travalicato la denominazione diventando un vino dal nome personale, dammi un Gessara!) e Roncaglia, un vino di rara piacevolezza che apre il suo piacer del bere a tanti, davvero tanti.
Qualche bella femmina apprezza la dolcezza dei biscotti di Anna& Gabry, sorelle pasticcerie di Carpegna, innaffiati da Verdicchio Passito.

Sul palco Aldo Basso, una tromba dal fraseggio veloce, puntuto, danzabile, coerente con note incisive, calde, avvolgenti (ricorda Maynard Ferguson di vecchi tempi), musicalmente disegna il viale di cipressi SanGuidoStyle i cui lati veloci della batteria e del contrabbasso puntualizzano la maestria, le svisature, le swingate, i voli pindarici di una tromba davvero personale.
In tutto questo un pianoforte che appare comprimario, stende un tappeto erboso sui cui gli altri strumenti veleggiano sfiorandolo e così l’impressione è di grande unità  formale la cui velocità d’esecuzione pulita e netta svetta come in un cielo terso in cui la luna piena illumina quasi a giorno, mentre corri con la Cadillac scoperta

Godiamo di questa musica cristallina etera attraente sensuale quanto una Marylin in abito bianco divertita, quanto Thelma&louise lanciate nella folla corsa

Ma pur sempre in attesa, in attesa di cosa?
Della grande HIROMI, l’artista più attesa di tutto il festival, promessa del jazz internazionale, ma promessa non lo è più, poteva fors’esserlo 5 anni fa a UmbriaJazz, ormai è consolidata, in pochi anni le sue performance han superato i continenti, HIROMI è quella pianista nipponica che ha superato i confini di tutto il globo tanto che le terre per lei son di nuovo Pangea, riunite sotto il suo talento ….
In questo momento (ore 00,30) sta volando da Monaco di Baviera per raggiungerci e noi l’aspettiamo con trepidazione….

Fano Jazz Festival – emozioni con incognita meteo

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Dopo la tardoromantica prefazione a Vallugola, lunedì 25 è partito il Fano Jazz Festival nel suo cartellone più caldo (si fa per dire viste le temperature), il tempo incerto costringe MacLaughlin a esibirsi nella storica cornice del Teatro della Fortuna, magari oggi adatto alla sua età, ma certo spazi stretti per la sua chitarra, suoni che avrebbero bisogno di un cielo aperto. Sonorità mordenti riportano indietro nel tempo ma John è attuale come sempre, riesce a costruire fraseggi che si rincorrono per 50-60 anni di musica senza sosta. La chitarra per lui è più che uno strumento, un’appendice di sé, un prolungamento del suo corpo. Come dimenticare le forti performance con Santana nella bianca e lucente Mahavishnu Orchesta. Leggi il resto di questa voce

Baia Vallugola, tra Jazz e Verdicchio

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baia-vallugola-concerto-Mieko-Miyazaki

Baia Vallugola: ancora qualcuno si chiede perchè questo posto evoca illusioni,  pensieri, distanze, corridoi d’acqua tra stanze di verde; basta  esserci una sera d’estate, verso il tramonto, con la luce che ingloba  tutto il visibile in un concerto di colori da capogiro. L’immenso verde alle spalle, l’infinito azzurro di fronte: il cielo tra il  gialloverde, il rosato e il violaceo, mentre angusti alberi maestri solcano l’orizzonte sfocato nel lento ondeggiar del mare. Siamo sotto il precipizioso colle di Gabicce Monte, all’estremo nord del marchigiano marino, nel carezzevole e rassicurante Parco Naturale del San Bartolo, un luogo invidiato da chi lo conosce, sperduto per fortuna ai più. Vallugola Caffé, piccolo bar ristorante estivo, con vista meravigliosa, nella fretta turistica riesce a trovare guizzi di buon palato, gusti puliti nelle seppie e calamari in insalata delicati ma gustosi di mare. Sapidità incisiva negli strozzapreti alle vongole sapientemente ripassati in padella gourmet, peccato solo per i gusci. Ah! maledetti gusci, antico gesto cuciniero anni ’70 che sarebbe bene dimenticare. Dalla cantina sparuta e territorialmente poco cercata fa capolino un Verdicchio Jesi Classico Superiore Doc 2009 Bucci che non ci lasciamo sfuggire. Buona la prima! Sì buona la prima bottiglia, bellissimo giallo luminescente, profumi di ginestre in fiore, frutta esotica, pietra focaia, ottima acidità, davvero sapido e persistente al gusto. La  seconda bottiglia appena sottotono per una maturazione troppo presto arrivata ci fa apprezzare la serietà del vignaiolo, artigianato di  campagna così lontano dalle produzioni industriali enologiche. La camminata che ci porta al piazzale del concerto JAZZ d’apertura è  accompagnata da sbuffi d’azzurro salmastro. Quando arrivi al palco, essenziale e scarno tutto il mare t’avvolge:  il vento porta sentori iodati, salmastri, alghe verdemare che affondano nelle narici violenti da lasciarti una piacevole ferita  indelebile. Sulle carte geografiche non c’è, ma da qui è il golfo quello che si vede, il golfo della bassa Romagna, così splendente nelle sue luci e colori che si specchiano nel nero mare notturno Adriatico. Una sensazione d’orizzonte lontano, qualcosa d’irraggiungibile. Nelle narici sempre la brezza marina iodata e salmastra, odori di porto, di pescato tardivo, di nasse ferme al sole, forte, travolgente, eppure coinvolgente.  Sul palco strumenti esotici suonati da musicisti color arcobaleno, suoni multiformi affiorano a s’alzano nelle nere flotte ventose che accarezzano una serata tutta da respirare. Emozioni sonore di paesi lontani in contrappunto con la fermezza del luogo riscaldano l’aria tersa. C’è tanta gente in platea, una platea improvvisata, un pubblico vario ma attento alle novità sonore del concerto. Tra tanta gente che ci attornia, pochi, pochissimi fumano, ultimi  resistenti; e dove sta una fumatrice se non alla mia destra naturalmente? Personale espiazione di passato remoto? Forse. TERRA!Terra!Terra! ripete la Geisha color pesca, Mieko Miyazaki, sensuale jazzista nipponica che modula armoniosamente il suo koto e la sua voce Il chitarrista Nguyèn Lè Saiyuki, leader del progetto sonoro, aiutato dal laptop Imac, vietnamita, con note avvolgenti e morbide accenna e sfiora attacchi rock. L’indiano percussionista e tabla Prabhu Edouard stende un tappeto sonoro su cui puoi adagiarti all’ascolto un trio tutto asiatico che attacca un pezzo sonoro in cui la geisha simula il rapporto d’amore tra due Dei che procreano le tante isole  giapponesi. Compro quasi sempre i dischi degli artisti che ascolto dal vivo ma questa volta forse no, tale situazione non è riproponibile nelle anguste stanze di una casa. Appuntamento a lunedì 25 con John McLaughlin & the 4th dimension a Marina dei Cesari Porto Turistico di Fano.

Cosimo Tomassini.

Gli Agriturismo meno cari d’Italia? nelle Marche e in Puglia

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agriturismo la meridiana nelle marche

agriturismo la meridiana nelle marche

Quando circa vent’anni fa gli agriturismo erano davvero pochi e non c’era internet e non c’erano chiaramente i socialnetwork, si faceva un gran “tam tam” tra amici, familiari e conoscenti circa la presenza di strutture turistiche che avevano il vezzo di permettere pernottamenti e cene luculliane a prezzi ridicoli. A quei tempi abitavo in Puglia ed avevo poco più di 16 anni. Fu allora che ebbi modo di sentir parlare di agriturimo e da quel momento fu un continuo inseguire con gli amici quei posti che potevano regalarci una vacanza con pochi soldini. Oggi abito nelle Marche e non c’è giorno che passi senza che non senta parlare della nascita di un’azienda agrituristica tra le colline marchigiane. Le Marche è una regione che, insieme alla Toscana e l’Umbria, meglio rappresenta l’icone della tipica azienda agricola. Qui i casolari sono vere e proprie “country farm” in grado di mettere il territorio sul palmo di una mano. Ma il concetto di ricettività in Italia, si sa, prende innumerevoli declinazioni: è così che sono nati – succesivamente – vere e proprie case vacanze ognuna in grado di rispondere alle svariate esigenze dei turisti o avventori occasionali. Oggi ci sono agriturismo nelle Marche (come in tutte le regioni italiane) in grado di rispondere con precisione all’idea di vacanza nel verde. Ci sono agriturismo che ti permettono di dormire in pieno silenzio tra le morbide colline del pesarese, ci sono altri agriturismo in cui si mangia incredibilmente bene in contesti genuini e suggestivi.

Ma c’è una domanda che mi sono posto ultimamente circa la grande offerta agrituristica: ma oggi, qunto costa dormire o mangiare in un agriturismo? E ancora: quali sono le regioni in cui è possibile ancora godere di offerte più vicine al concetto di “agreste” e meno a quelle di “ti spenno vivo”?

Da quello che posso dire io personalmente, trovo la Puglia e le Marche a pieno titolo le regioni più economiche da questo punto di vista. Voi avete una dimensione differente?