Fano Jazz Festival il giorno dopo

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….e siamo sempre qui, al PalaJ, al JazzVillage, un Village che in futuro sara senz’altro da arricchire per tornare agli antichi fasti (quelli del (2007).

Siamo qui dopo una giornata, si con il sole, ma pur sempre con qualche incertezza meteo nella mattinata che ha portato ancora una volta il concerto delle 21 al Teatro della Fortuna, per gli amanti della musica all’aperto è una quasi  disgrazia la musica in Teatro, ma è una fortuna (…e così si chiama, Teatro della Fortuna???) che ne permette lo svolgimento comunque.
Il Trilok Gurtu Quartet davvero nella sua fantasmagoria di suoni luminescenti irradianti arcobaleno sta stretto tra palchetti e ordini ma tant’è, chi si accontenta gode….e dunque….

Alle 23,30 al PAlaJ, parte Aldo Bassi Quartet, un quartetto di quelli che i piedi te li fan muovere sul serio.
il vasto pubblico, s’avventura tra tavoli e sedie con un bicchiere di Bacco o Cavalieri, si Verdicchio, (Jesi e Matelica, eterno dilemma irrisolto, perché entrambi superbi), Lucrezia Passerina (moderna soluzione del bere)
Gessara (gigante di bianchello che ha travalicato la denominazione diventando un vino dal nome personale, dammi un Gessara!) e Roncaglia, un vino di rara piacevolezza che apre il suo piacer del bere a tanti, davvero tanti.
Qualche bella femmina apprezza la dolcezza dei biscotti di Anna& Gabry, sorelle pasticcerie di Carpegna, innaffiati da Verdicchio Passito.

Sul palco Aldo Basso, una tromba dal fraseggio veloce, puntuto, danzabile, coerente con note incisive, calde, avvolgenti (ricorda Maynard Ferguson di vecchi tempi), musicalmente disegna il viale di cipressi SanGuidoStyle i cui lati veloci della batteria e del contrabbasso puntualizzano la maestria, le svisature, le swingate, i voli pindarici di una tromba davvero personale.
In tutto questo un pianoforte che appare comprimario, stende un tappeto erboso sui cui gli altri strumenti veleggiano sfiorandolo e così l’impressione è di grande unità  formale la cui velocità d’esecuzione pulita e netta svetta come in un cielo terso in cui la luna piena illumina quasi a giorno, mentre corri con la Cadillac scoperta

Godiamo di questa musica cristallina etera attraente sensuale quanto una Marylin in abito bianco divertita, quanto Thelma&louise lanciate nella folla corsa

Ma pur sempre in attesa, in attesa di cosa?
Della grande HIROMI, l’artista più attesa di tutto il festival, promessa del jazz internazionale, ma promessa non lo è più, poteva fors’esserlo 5 anni fa a UmbriaJazz, ormai è consolidata, in pochi anni le sue performance han superato i continenti, HIROMI è quella pianista nipponica che ha superato i confini di tutto il globo tanto che le terre per lei son di nuovo Pangea, riunite sotto il suo talento ….
In questo momento (ore 00,30) sta volando da Monaco di Baviera per raggiungerci e noi l’aspettiamo con trepidazione….

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