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Babbo Natale o San Nicola di Bari? Befana o madre natura?

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storia-di-babbo-natale-e-befanaC’è un qualcosa di meraviglioso che fa compagnia a tutta l’umanità in questo periodo dell’anno: Le feste Pagane e le feste Cristiane. Gesù bambino, i Re Magi, Babbo Natale e la Befana, un qualcosa di meraviglioso che ci accompagna per tutta la vita, nell’altalenante ciclo vitale che ci fa sognare quando siamo bambini, ci delude quando scopriamo la verità e ci ritorna meraviglioso quando scopriamo la storia. Nell’era della multimedialità, delle grandi tecnologie, del web e del sapere, troviamo ancor oggi quella magia che probabilmente non si perderà mai, la magia delle tradizioni più forte di qualsiasi nuovo costume.

Così succede che alla mia età tutte le versioni del Babbo Natale e della Befana hanno un nonsochè di meraviglioso. Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, ad esempio,  derivano dallo stesso personaggio storico, il vescovo (poi divenuto santo) San Nicola di Bari, o semplicemente Nicola della città di Myra (antica città dell’odierna Turchia), di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli che erano stati rapiti e uccisi da un oste e che per questo era considerato il protettore dei bimbi ma anche il patrono dei marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti.. Un vescovo  che viene ancora oggi rappresentato con abiti vescovili e con la barba lunga e bianca… vescovo le cui reliquie si trovano ancor oggi a  Bari. E’ proprio la Basilica di San Nicola, costruita nel 1087, il luogo che è ancora meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli che ogni anno giungono nella città del Sol Levante riempiendo ristoranti (tra i ristoranti a Bari ce ne sono alcuni meta di turisti proprio nella Bari Vecchia, vicino la Basilica), alberghi, b&b o semplicemente pensioni per ammirare la bellissima Basilica.

Ma la leggenda di San Nicola è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti, come è anche il santo patrono della città di Amsterdam e della Russia; In Grecia san Nicola viene talvolta sostituito da san Basilio Magno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea. Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato due settimane prima del 5 dicembre, data in cui distribuisce i doni (il suo compleanno risulta essere il 6 dicembre). L’equivalente di Babbo Natale in questi paesi è Kerstman (letteralmente “uomo di Natale”). In alcuni villaggi delle Fiandre, in Belgio, si celebra la figura, pressoché identica, di san Martino di Tours (Sint-Maarten). In molte tradizioni della

Chiesa ortodossa, san Basilio porta i doni ai bambini a Capodanno, giorno in cui si celebra la sua festa. La rappresentazione popolare di Babbo Natale che cavalca una capra, forse derivata dal Tomte svedese. In tempi più recenti, sia in Svezia che in Norvegia il portatore di doni viene identificato con Tomte o tomtenisse, un’altra creatura del folklore locale. In Finlandia, la capretta di Yule viene chiamata joulupukki.

Secondo alcuni il vestito rosso di Babbo Natale sarebbe opera della Coca-Cola, originariamente infatti il vestito di Babbo Natale era verde. Questa teoria non è però da ritenersi corretta siccome storicamente la Coca-Cola non fu la prima ad usare la figura moderna di Babbo Natale nelle sue pubblicità, ma venne preceduta in questo dalla White Rock Beverages per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger ale nel 1923. Ancor prima di queste pubblicità, la figura di Babbo Natale apparve vestita di rosso e bianco in alcune copertine della rivista Puck nei primi anni del ventesimo secolo.

E la befana?
Il termine “befana” inteso come “fantoccio esposto la notte dell’epifania” fu usato da Francesco Berni nel 1535, e ancor poco dopo da Agnolo Firenzuola 1541 anche se si sono trovati testi anche di secoli addietro.

L’origine della Befana va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare. La rinascita di Madre Natura, in quanto anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.

L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno, anche in questo caso atto dalla forte caratterizzazione simbolica dal valore propiziatorio per l’anno nuovo.

Ma avete letto? non è meraviglioso? Le tradizioni attraversano i secoli, e non importa se si è bambini o adulti, l’importante è non dimenticarli mai.