La ristorazione di terra ad Ancona – l’altra faccia della cucina marchigiana

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antipasto ristorante il cardeto Ancona

antipasto ristorante il cardeto Ancona

L’Autostrada A14 nei pressi di Ancona inizia stranamente ad allontanarsi dalla città: è una necessità dovuta alla morfologia del territorio – prima – e alla presenza dell’aeroporto – poi – che obbliga tutti coloro che vogliano fermarsi nel capoluogo di regione ad un più lungo percorso prima di arrivare nel cuore della città; la verità è che la parabola compiuta dall’autostrada sembra quasi voler mostrare a tutti quanto di bello possa offrire la regione Marche: non solo mare, spiagge e bandiere blu, ma anche sinuose colline e prodotti dell’entroterra che non fanno altro che magnificare ancor più la percezione di buono e bello che tutti i turisti hanno da questo territorio. E proprio perché qui non si vive di solo pesce, ho deciso di provare uno dei ristoranti più blasonati della città di Ancona: il ristorante Il Cardeto. Mi hanno parlato di un ristorante particolare, gestito da giovani promesse fissati per gli straordinari prodotti legati a questa terra straordinaria: tartufo, ovoli, funghi porcini, pasta tirata al matterello e vini importanti. Dopo qualche giro nei pressi delle vie adiacenti il tribunale di Ancona (il ristorante si trova in via Del Cardeto 8) trovo finalmente posto e apro la porta del locale rivestita di adesivi di guide prestigiose come il gambero rosso, oraviaggiando, bibenda e slowfood, ecc. Ad accogliermi il giovanissimo patron davide Appolloni, sorridente e professionale (molto professionale) titolare e responsabile di sala che – insieme alla moglie – conduce la brigata composta da Lorenzo Montesi Cristian d’Elia ed altri aiutanti di cui non ricordo il nome. Mi siedo e mi vedo arrivare un aperitivo accompagnato dalla crescia di formaggio, una sorta di panettone salato con tanto formaggio a pezzettoni che emana un profumo invitante di pane appena sfornato e di pepe (qui le spezie se le fanno arrivare da tutto il mondo…che profumi!).

Antipasto: culatello ,Ciauscolo, Lardellato Lonzino ,Crostino con Lardo, Melanzane ripiene di stracchino con crema di pomodoro e guanciale. passatelli con tartufi nero pregiato e quaglia arrotolata con bacon Passamonti e carciofi.

Come è andata? divinamente bene: chiaramente David & company non hanno bisogno di raccomandazioni, ma se posso permettermi di dire con tutta sincerità che vale una deviazione non penso di fare un torto a nessuno.

La rivoluzione del turismo: i B&B di lusso fanno paura

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bed-and-breakfast-Senigallia

bed-and-breakfast-Senigallia

Stanno facendo molta paura agli albergatori di tutta Italia e – aggiungo io – a ragion veduta, visti i numeri: i Bed & Breakfast  eleganti e soprattutto i b&b di lusso con tanto di piscine, campi da tennis, colazioni da gran gourmet e coccole a non finire, stanno togliendo turisti e quindi denaro agli albergatori di tutte le città d’Italia e d’Europa. Qualche esempio? basti guardare questo b&b Senigallia per farsi un’idea. Si chiama La Parisienne ed è uno dei più suggestivi bed & breakfast d’Italia. E a pochi chilometri da Senigallia se ne può vedere un altro che non ha nulla a che invidiare a nessuno: Il B&B Palazzo Rotati, un B&B a Fano che racchiude eleganza e coerenza nel lavoro di restauro di un palazzo tra i più belli del centro storico di Fano. E’ la rivoluzione del turismo: i b&b di lusso fanno paura perché sono anche economici o perlomeno lo sono a parità di servizi.

In giro per la Penisola ci sono strutture ricettive bellissime, ma è tutta una questione di prezzo? Sicuramente no. Il successo di b&b come La Parisienne o Palazzo Rotati è dovuto comunque anche all’opportunità di accogliere l’avventore non in un freddo hotel di città ma in un contesto familiare in cui si conoscono nuove persone e si instaurano nuove amicizie. Gli albergatori sono avvisati: inventatevi qualcosa di più che un freddo rapporto di scambio tra documenti e chiavi.

Molo 71, il ristorante come l’ho sempre sognato

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ristorante Molo 71 AnconaChe fai stasera? boh, non lo so… forse prenotiamo sempre allo stesso posto, mangiando sempre le stesse cose… solita grigliata di carne con patatine e verdure di campo… tu? Beh, io ho scoperto un ristorantino ad Ancona che mi piace molto. Come si chiama? Si chiama Molo 71 ed è un posto meraviglioso perchè sembra di essere su una nave. Centro direzionale Marina Dorica, primo piano con affaccio sul mare. Si vedono le luci della città che terminano sull’acqua. Belli i riflessi delle luci sull’acqua. Sai, non si mangia affatto male al Molo 71: c’è che puoi mangiare pesce o pizza. Puoi stare seduto sul divanetto adiacente al bar e gustarti con calma un digestivo. Che volete fare, venite? Certo ho capito, siete in tanti e non riuscite a convincere gli estremisti della ciccia. Si, si, eppoi fare qualche chilometro in più con l’auto… non sia mai! Va bene, dai… io stasera mi defilo. Vado al Molo 71 di Ancona. Per il pesce? no, no… per stare bene.

Neve pioggia vento e disastri: ti voglio vedere alle prossime elezioni

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Se non fossi un tipo ottimista avrei già esclamato “ma che bell’anno di m….!”. Ottimismo o non ottimismo è un 2012 iniziato male: mal tempo, neve, freddo, crisi economica, tasse e tagli alle pensioni. Mi guardo allo specchio e mi vedo smarrito e impaurito come un gatto in autostrada… ce la faremo? I dubbi mi assalgono: siamo sempre noi quelli tartassati mentre politici, farmacisti, notai e giudici sembrano fare parte di categorie a parte. Le Lobbies. Gruppi di pressione come li chiama qualcuno. Vedo le previsioni del tempo e sembrano andare di pari passo con l’attualità: un accenno di sole spento dopo il breve momento di speranza che fosse giunta la primavera. Neve, pioggia, vento e disastri. Negli occhi di qualcuno c’è ancora speranza, ma nel frattempo nessuno si accorge che ci sono tanti, troppi suicidi. Le famiglie in cui c’è solo un lavoratore – magari un operaio – non ce la fanno più ad andare avanti. Pensionati che vedono la loro misera pensione ancor più piccola; tagli selvaggi senza guardare in faccia a nessuno. Ma la colpa è anche nostra: siamo dei creduloni che voterebbero ancora Berlusconi, Bersani, Bossi e Prodi. Soldi ai partiti, stipendi e benefits da capogiro, sprechi e tanta furbizia che si ripercuote su di noi. E nonostante gli scandali e nonostante la democrazia, chi ruba rimane impunito e la gente povera si spacca la schiena per cercare di andare avanti.

Io non sono un rivoluzionario, non scenderò in piazza per unire manifestanti. Non serve a nulla. Perché tanto alle prossime elezioni anche tu voterai sempre gli stessi ladri. E se c’è neve, pioggia vento e disastri, un po’ la colpa è anche la tua.

Soggiornare nelle Marche

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Soggiornare nelle Marche significa scoprire paesaggi stupendi che racchiudono nello spazio di pochi chilometri la costa, le zone collinari e la montagna. Inoltrandosi per le strade dell’entroterra si può godere lo spettacolo dell’alternarsi di colori creato dalle diverse coltivazioni, dai frutteti, agli oliveti, ai cereali, che modificano i colori del paesaggio con il cambiare delle stagioni. Oggi sono per la maggior parte colture intensive e specializzate che hanno sostituito la “mezzadria”, e sono in forte crescita i prodotti agroalimentari con Certificati di Qualità come certi vini e olii con marchio DOC e DOCG. Anche alcune ville e dimore storiche e patronali di stampo mezzadrile hanno cambiato “destinazione”: sono state adibite ad Agriturismo, dove è possibile soggiornare, ma anche fare una sosta per acquistare prodotti biologici e gustare piatti tipici della cucina marchigiana. In questo contesto di paesaggio, antichi paesini e cittadine vantano il riconoscimento di essere tra “I Borghi più belli d’Italia”, mescolando le tradizioni del passato alle modernità del presente mantenendo tuttavia interesse artistico e storico. Scoprire le Marche è un viaggio che coinvolge emozionalmente tutti cinque i sensi, attraverso i territori delle cinque Provincie, ognuna diversa dall’altra ma tutte capaci di suscitare interesse ai visitatori. Chi visita le Marche è invaso da una sensazione di benessere che non è solamente fisico ma anche emozionale, per cui il soggiorno si trasforma in una vera rigenerazione del corpo e dell’anima.

La rivoluzione degli Agriturismo e dei Bed & breakfast

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Cosa accadrà nel prossimo futuro, quando il numero dei B&B e degli agriturismo cresceranno ancora? Cosa accadrà agli albergatori delle belle città turistiche italiane quando i viaggiatori vacanzieri inizieranno ad abituarsi al concetto di “Casa Vacanza” e a sostituirlo con l’idea di albergo? Nel panorama turistico di molte regioni il cambiamento sembra essere già in atto, tanto che bellissimi bed and breakfast iniziano a sostituire il concetto di hotel nella testa di chi si muove per piacere (o per lavoro). L’italia si sta riempiendo di belle strutture ricettive: quando il mese scorso sono stato nel centro Italia, ho voluto anch’io testare la bontà di queste strutture. Ho cercato su Google “Agriturismo Marche” ed ho trovato posti meravigliosi a prezzi bassi. Ma visto che i miei interessi erano concentrati su Fano, ho cercato “B&B Fano” ed ho trovato, tra i tanti, un b&b elegantissimo nel pieno centro della cittadina. Altro che hotel 5 stelle: con poco più di 50 euro sono stato in uno dei palazzi storici della città, accolto come un personaggio famoso e riverito come un sultano. Una rivoluzione vera e propria quella degli Agriturismo e dei bed & breakfast che iniziano a preoccupare gli albergatori; solo quelli però, perché i turisti ringraziano.

Il miglior ristorante di Bari? dipende da cosa vuoi mangiare

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Torno spesso a Bari perchè in questa città vivono tutt’ora quasi tutti gli affetti più cari. Ed è così che tra pizzerie, locali notturni e ristoranti, si consumano le 4 o 5 sere che dedico alle mattate con gli amici. Vivendo da vicino il mondo della ristorazione, l’altro giorno un mio amico mi ha chiesto: quel’è il miglior ristorante di Bari seconso te? Non ci crederete, ma ho avuto difficoltà a rispondere d’emblée. Sono abituato a girovagare per ristoranti in tutta Italia e per molte città della Penisola non avrei avuto dubbi nel rispondere. Ma su Bari ho avuto qualche esitazione. Stavo quasi per rispondere che non esiste il miglior ristorante a Bari, esistono tante realtà che offrono prodotti e tipo di cucina che merita essere vissuta. Penso al ristorante Bacco, penso a Varvamingo, penso alla Cecchina e penso al ristorante Al Pescatore. Penso ad ottime pizzerie di bari come Da Donato, Al Buco, Le Veronique o alla pizzeria Enzo e Ciro. Penso ai ristoranti Bari sul lungomare, quelli tipici di pesce dove i pescatori portano giornalmente pesce fresco. Bari non è una città mediocre dove emergono 4/5 ristoranti su 100. Mangiare a Bari è un culto sia per i baresi che per i turisti. Sarà per questo che, se oggi qualcuno mi chiede qual’è il migliore ristorante di Bari, io rispondo: dipende!

Ostuni, la città bianca

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Centro turistico apprezzato in Italia e all’estero dalla ineffabile cucina proposta dai ristoranti di Ostuni dove il gusto e la tradizione della cucina pugliese conquistano anche il palato più esigente. Sorge su tre colli a 8 chilometri dalla costa adriatica, nell’Altosalento, ai margini della Valle d’Itria: è Ostuni, in provincia di Brindisi. Le bellezze naturali e paesaggistiche, insieme al ricco patrimonio storico-artistico, fanno di questa cittadina una rinomata località di villeggiatura. Le sue spiagge hanno ottenuto anche nel 2011 la Bandiera Blu e le cinque vele di Legambiente per la pulizia del mare e la qualità dei servizi offerti. Varia è l’offerta turistico- ricettiva, con la presenza, nella “selva” ostunese e lungo la marina, di molte masserie, le  tradizionali fattorie fortificate riqualificate per il turismo. Il profilo della cittadina, con le sue casette bianche, addossate le une alle altre, è ciò che la rende indimenticabile ai visitatori. Ostuni è infatti conosciuta anche come Città bianca per via del suo centro storico, arroccato sul colle più alto, interamente dipinto con calce bianca, uso

medioevale per assicurare luminosità a viuzze, vicoli, scalette e ambienti ristretti. Nel XVII secolo, proprio l’usanza di imbiancare le case, risparmiò Ostuni dalla peste. La calce, infatti, come disinfettante naturale, bloccò il contagio evitando la distruzione. E in aiuto all’azione disinfettante della calce, come narra la tradizione, arrivò Sant’Oronzo, protettore della città. Ma la storia di Ostuni ha origini ben più antiche del suo centro storico imbiancato di calce. Il suo territorio era frequentato già 40.000-50.000 anni fa. In quest’area della Puglia è stato ritrovato anche lo scheletro della Gestante di Ostuni, una donna sui 20 anni, risalente a circa 25.000 anni fa.
A pochi chilometri dai tesori del centro storico, c’è il mare di Ostuni, considerato uno dei più belli della Puglia per le sue acque cristalline. Lungo i 17 chilometri della costa si alternano spiagge con dune coperte da macchia mediterranea, calette sabbiose e costa rocciosa. Le più conosciute: la spiaggia sabbiosa di Pilone, Villanova e il suo porticciolo, la Costa Merlata, particolarmente frastagliata e Santa Lucia con una natura selvaggia e incontaminata.

Ostuni è terra di folklore, tradizione, calore, luce, candore, gusti, sapori, colori… intensi, genuini e contrastanti. E anche il cinema e la tv hanno trovato in questo luogo il set ideale. Vi ricordate la pubblicità del gelato “Coppa del Nonno” e del “Limoncè”? Quella è Ostuni… e ad Ostuni sono stati anche girati: “Anni Ruggenti” nel 1962, “Palermo Milano Sola Andata” nel 1995 e “Il grande botto” nel 2000.

Fano Jazz Festival il giorno dopo

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….e siamo sempre qui, al PalaJ, al JazzVillage, un Village che in futuro sara senz’altro da arricchire per tornare agli antichi fasti (quelli del (2007).

Siamo qui dopo una giornata, si con il sole, ma pur sempre con qualche incertezza meteo nella mattinata che ha portato ancora una volta il concerto delle 21 al Teatro della Fortuna, per gli amanti della musica all’aperto è una quasi  disgrazia la musica in Teatro, ma è una fortuna (…e così si chiama, Teatro della Fortuna???) che ne permette lo svolgimento comunque.
Il Trilok Gurtu Quartet davvero nella sua fantasmagoria di suoni luminescenti irradianti arcobaleno sta stretto tra palchetti e ordini ma tant’è, chi si accontenta gode….e dunque….

Alle 23,30 al PAlaJ, parte Aldo Bassi Quartet, un quartetto di quelli che i piedi te li fan muovere sul serio.
il vasto pubblico, s’avventura tra tavoli e sedie con un bicchiere di Bacco o Cavalieri, si Verdicchio, (Jesi e Matelica, eterno dilemma irrisolto, perché entrambi superbi), Lucrezia Passerina (moderna soluzione del bere)
Gessara (gigante di bianchello che ha travalicato la denominazione diventando un vino dal nome personale, dammi un Gessara!) e Roncaglia, un vino di rara piacevolezza che apre il suo piacer del bere a tanti, davvero tanti.
Qualche bella femmina apprezza la dolcezza dei biscotti di Anna& Gabry, sorelle pasticcerie di Carpegna, innaffiati da Verdicchio Passito.

Sul palco Aldo Basso, una tromba dal fraseggio veloce, puntuto, danzabile, coerente con note incisive, calde, avvolgenti (ricorda Maynard Ferguson di vecchi tempi), musicalmente disegna il viale di cipressi SanGuidoStyle i cui lati veloci della batteria e del contrabbasso puntualizzano la maestria, le svisature, le swingate, i voli pindarici di una tromba davvero personale.
In tutto questo un pianoforte che appare comprimario, stende un tappeto erboso sui cui gli altri strumenti veleggiano sfiorandolo e così l’impressione è di grande unità  formale la cui velocità d’esecuzione pulita e netta svetta come in un cielo terso in cui la luna piena illumina quasi a giorno, mentre corri con la Cadillac scoperta

Godiamo di questa musica cristallina etera attraente sensuale quanto una Marylin in abito bianco divertita, quanto Thelma&louise lanciate nella folla corsa

Ma pur sempre in attesa, in attesa di cosa?
Della grande HIROMI, l’artista più attesa di tutto il festival, promessa del jazz internazionale, ma promessa non lo è più, poteva fors’esserlo 5 anni fa a UmbriaJazz, ormai è consolidata, in pochi anni le sue performance han superato i continenti, HIROMI è quella pianista nipponica che ha superato i confini di tutto il globo tanto che le terre per lei son di nuovo Pangea, riunite sotto il suo talento ….
In questo momento (ore 00,30) sta volando da Monaco di Baviera per raggiungerci e noi l’aspettiamo con trepidazione….

Fano Jazz Festival – emozioni con incognita meteo

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Dopo la tardoromantica prefazione a Vallugola, lunedì 25 è partito il Fano Jazz Festival nel suo cartellone più caldo (si fa per dire viste le temperature), il tempo incerto costringe MacLaughlin a esibirsi nella storica cornice del Teatro della Fortuna, magari oggi adatto alla sua età, ma certo spazi stretti per la sua chitarra, suoni che avrebbero bisogno di un cielo aperto. Sonorità mordenti riportano indietro nel tempo ma John è attuale come sempre, riesce a costruire fraseggi che si rincorrono per 50-60 anni di musica senza sosta. La chitarra per lui è più che uno strumento, un’appendice di sé, un prolungamento del suo corpo. Come dimenticare le forti performance con Santana nella bianca e lucente Mahavishnu Orchesta. Leggi il resto di questa voce