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Il miglior ristorante di Bari? dipende da cosa vuoi mangiare

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Torno spesso a Bari perchè in questa città vivono tutt’ora quasi tutti gli affetti più cari. Ed è così che tra pizzerie, locali notturni e ristoranti, si consumano le 4 o 5 sere che dedico alle mattate con gli amici. Vivendo da vicino il mondo della ristorazione, l’altro giorno un mio amico mi ha chiesto: quel’è il miglior ristorante di Bari seconso te? Non ci crederete, ma ho avuto difficoltà a rispondere d’emblée. Sono abituato a girovagare per ristoranti in tutta Italia e per molte città della Penisola non avrei avuto dubbi nel rispondere. Ma su Bari ho avuto qualche esitazione. Stavo quasi per rispondere che non esiste il miglior ristorante a Bari, esistono tante realtà che offrono prodotti e tipo di cucina che merita essere vissuta. Penso al ristorante Bacco, penso a Varvamingo, penso alla Cecchina e penso al ristorante Al Pescatore. Penso ad ottime pizzerie di bari come Da Donato, Al Buco, Le Veronique o alla pizzeria Enzo e Ciro. Penso ai ristoranti Bari sul lungomare, quelli tipici di pesce dove i pescatori portano giornalmente pesce fresco. Bari non è una città mediocre dove emergono 4/5 ristoranti su 100. Mangiare a Bari è un culto sia per i baresi che per i turisti. Sarà per questo che, se oggi qualcuno mi chiede qual’è il migliore ristorante di Bari, io rispondo: dipende!

Ostuni, la città bianca

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Centro turistico apprezzato in Italia e all’estero dalla ineffabile cucina proposta dai ristoranti di Ostuni dove il gusto e la tradizione della cucina pugliese conquistano anche il palato più esigente. Sorge su tre colli a 8 chilometri dalla costa adriatica, nell’Altosalento, ai margini della Valle d’Itria: è Ostuni, in provincia di Brindisi. Le bellezze naturali e paesaggistiche, insieme al ricco patrimonio storico-artistico, fanno di questa cittadina una rinomata località di villeggiatura. Le sue spiagge hanno ottenuto anche nel 2011 la Bandiera Blu e le cinque vele di Legambiente per la pulizia del mare e la qualità dei servizi offerti. Varia è l’offerta turistico- ricettiva, con la presenza, nella “selva” ostunese e lungo la marina, di molte masserie, le  tradizionali fattorie fortificate riqualificate per il turismo. Il profilo della cittadina, con le sue casette bianche, addossate le une alle altre, è ciò che la rende indimenticabile ai visitatori. Ostuni è infatti conosciuta anche come Città bianca per via del suo centro storico, arroccato sul colle più alto, interamente dipinto con calce bianca, uso

medioevale per assicurare luminosità a viuzze, vicoli, scalette e ambienti ristretti. Nel XVII secolo, proprio l’usanza di imbiancare le case, risparmiò Ostuni dalla peste. La calce, infatti, come disinfettante naturale, bloccò il contagio evitando la distruzione. E in aiuto all’azione disinfettante della calce, come narra la tradizione, arrivò Sant’Oronzo, protettore della città. Ma la storia di Ostuni ha origini ben più antiche del suo centro storico imbiancato di calce. Il suo territorio era frequentato già 40.000-50.000 anni fa. In quest’area della Puglia è stato ritrovato anche lo scheletro della Gestante di Ostuni, una donna sui 20 anni, risalente a circa 25.000 anni fa.
A pochi chilometri dai tesori del centro storico, c’è il mare di Ostuni, considerato uno dei più belli della Puglia per le sue acque cristalline. Lungo i 17 chilometri della costa si alternano spiagge con dune coperte da macchia mediterranea, calette sabbiose e costa rocciosa. Le più conosciute: la spiaggia sabbiosa di Pilone, Villanova e il suo porticciolo, la Costa Merlata, particolarmente frastagliata e Santa Lucia con una natura selvaggia e incontaminata.

Ostuni è terra di folklore, tradizione, calore, luce, candore, gusti, sapori, colori… intensi, genuini e contrastanti. E anche il cinema e la tv hanno trovato in questo luogo il set ideale. Vi ricordate la pubblicità del gelato “Coppa del Nonno” e del “Limoncè”? Quella è Ostuni… e ad Ostuni sono stati anche girati: “Anni Ruggenti” nel 1962, “Palermo Milano Sola Andata” nel 1995 e “Il grande botto” nel 2000.

Fano Jazz Festival il giorno dopo

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….e siamo sempre qui, al PalaJ, al JazzVillage, un Village che in futuro sara senz’altro da arricchire per tornare agli antichi fasti (quelli del (2007).

Siamo qui dopo una giornata, si con il sole, ma pur sempre con qualche incertezza meteo nella mattinata che ha portato ancora una volta il concerto delle 21 al Teatro della Fortuna, per gli amanti della musica all’aperto è una quasi  disgrazia la musica in Teatro, ma è una fortuna (…e così si chiama, Teatro della Fortuna???) che ne permette lo svolgimento comunque.
Il Trilok Gurtu Quartet davvero nella sua fantasmagoria di suoni luminescenti irradianti arcobaleno sta stretto tra palchetti e ordini ma tant’è, chi si accontenta gode….e dunque….

Alle 23,30 al PAlaJ, parte Aldo Bassi Quartet, un quartetto di quelli che i piedi te li fan muovere sul serio.
il vasto pubblico, s’avventura tra tavoli e sedie con un bicchiere di Bacco o Cavalieri, si Verdicchio, (Jesi e Matelica, eterno dilemma irrisolto, perché entrambi superbi), Lucrezia Passerina (moderna soluzione del bere)
Gessara (gigante di bianchello che ha travalicato la denominazione diventando un vino dal nome personale, dammi un Gessara!) e Roncaglia, un vino di rara piacevolezza che apre il suo piacer del bere a tanti, davvero tanti.
Qualche bella femmina apprezza la dolcezza dei biscotti di Anna& Gabry, sorelle pasticcerie di Carpegna, innaffiati da Verdicchio Passito.

Sul palco Aldo Basso, una tromba dal fraseggio veloce, puntuto, danzabile, coerente con note incisive, calde, avvolgenti (ricorda Maynard Ferguson di vecchi tempi), musicalmente disegna il viale di cipressi SanGuidoStyle i cui lati veloci della batteria e del contrabbasso puntualizzano la maestria, le svisature, le swingate, i voli pindarici di una tromba davvero personale.
In tutto questo un pianoforte che appare comprimario, stende un tappeto erboso sui cui gli altri strumenti veleggiano sfiorandolo e così l’impressione è di grande unità  formale la cui velocità d’esecuzione pulita e netta svetta come in un cielo terso in cui la luna piena illumina quasi a giorno, mentre corri con la Cadillac scoperta

Godiamo di questa musica cristallina etera attraente sensuale quanto una Marylin in abito bianco divertita, quanto Thelma&louise lanciate nella folla corsa

Ma pur sempre in attesa, in attesa di cosa?
Della grande HIROMI, l’artista più attesa di tutto il festival, promessa del jazz internazionale, ma promessa non lo è più, poteva fors’esserlo 5 anni fa a UmbriaJazz, ormai è consolidata, in pochi anni le sue performance han superato i continenti, HIROMI è quella pianista nipponica che ha superato i confini di tutto il globo tanto che le terre per lei son di nuovo Pangea, riunite sotto il suo talento ….
In questo momento (ore 00,30) sta volando da Monaco di Baviera per raggiungerci e noi l’aspettiamo con trepidazione….

Fano Jazz Festival – emozioni con incognita meteo

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Dopo la tardoromantica prefazione a Vallugola, lunedì 25 è partito il Fano Jazz Festival nel suo cartellone più caldo (si fa per dire viste le temperature), il tempo incerto costringe MacLaughlin a esibirsi nella storica cornice del Teatro della Fortuna, magari oggi adatto alla sua età, ma certo spazi stretti per la sua chitarra, suoni che avrebbero bisogno di un cielo aperto. Sonorità mordenti riportano indietro nel tempo ma John è attuale come sempre, riesce a costruire fraseggi che si rincorrono per 50-60 anni di musica senza sosta. La chitarra per lui è più che uno strumento, un’appendice di sé, un prolungamento del suo corpo. Come dimenticare le forti performance con Santana nella bianca e lucente Mahavishnu Orchesta. Leggi il resto di questa voce

Baia Vallugola, tra Jazz e Verdicchio

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baia-vallugola-concerto-Mieko-Miyazaki

Baia Vallugola: ancora qualcuno si chiede perchè questo posto evoca illusioni,  pensieri, distanze, corridoi d’acqua tra stanze di verde; basta  esserci una sera d’estate, verso il tramonto, con la luce che ingloba  tutto il visibile in un concerto di colori da capogiro. L’immenso verde alle spalle, l’infinito azzurro di fronte: il cielo tra il  gialloverde, il rosato e il violaceo, mentre angusti alberi maestri solcano l’orizzonte sfocato nel lento ondeggiar del mare. Siamo sotto il precipizioso colle di Gabicce Monte, all’estremo nord del marchigiano marino, nel carezzevole e rassicurante Parco Naturale del San Bartolo, un luogo invidiato da chi lo conosce, sperduto per fortuna ai più. Vallugola Caffé, piccolo bar ristorante estivo, con vista meravigliosa, nella fretta turistica riesce a trovare guizzi di buon palato, gusti puliti nelle seppie e calamari in insalata delicati ma gustosi di mare. Sapidità incisiva negli strozzapreti alle vongole sapientemente ripassati in padella gourmet, peccato solo per i gusci. Ah! maledetti gusci, antico gesto cuciniero anni ’70 che sarebbe bene dimenticare. Dalla cantina sparuta e territorialmente poco cercata fa capolino un Verdicchio Jesi Classico Superiore Doc 2009 Bucci che non ci lasciamo sfuggire. Buona la prima! Sì buona la prima bottiglia, bellissimo giallo luminescente, profumi di ginestre in fiore, frutta esotica, pietra focaia, ottima acidità, davvero sapido e persistente al gusto. La  seconda bottiglia appena sottotono per una maturazione troppo presto arrivata ci fa apprezzare la serietà del vignaiolo, artigianato di  campagna così lontano dalle produzioni industriali enologiche. La camminata che ci porta al piazzale del concerto JAZZ d’apertura è  accompagnata da sbuffi d’azzurro salmastro. Quando arrivi al palco, essenziale e scarno tutto il mare t’avvolge:  il vento porta sentori iodati, salmastri, alghe verdemare che affondano nelle narici violenti da lasciarti una piacevole ferita  indelebile. Sulle carte geografiche non c’è, ma da qui è il golfo quello che si vede, il golfo della bassa Romagna, così splendente nelle sue luci e colori che si specchiano nel nero mare notturno Adriatico. Una sensazione d’orizzonte lontano, qualcosa d’irraggiungibile. Nelle narici sempre la brezza marina iodata e salmastra, odori di porto, di pescato tardivo, di nasse ferme al sole, forte, travolgente, eppure coinvolgente.  Sul palco strumenti esotici suonati da musicisti color arcobaleno, suoni multiformi affiorano a s’alzano nelle nere flotte ventose che accarezzano una serata tutta da respirare. Emozioni sonore di paesi lontani in contrappunto con la fermezza del luogo riscaldano l’aria tersa. C’è tanta gente in platea, una platea improvvisata, un pubblico vario ma attento alle novità sonore del concerto. Tra tanta gente che ci attornia, pochi, pochissimi fumano, ultimi  resistenti; e dove sta una fumatrice se non alla mia destra naturalmente? Personale espiazione di passato remoto? Forse. TERRA!Terra!Terra! ripete la Geisha color pesca, Mieko Miyazaki, sensuale jazzista nipponica che modula armoniosamente il suo koto e la sua voce Il chitarrista Nguyèn Lè Saiyuki, leader del progetto sonoro, aiutato dal laptop Imac, vietnamita, con note avvolgenti e morbide accenna e sfiora attacchi rock. L’indiano percussionista e tabla Prabhu Edouard stende un tappeto sonoro su cui puoi adagiarti all’ascolto un trio tutto asiatico che attacca un pezzo sonoro in cui la geisha simula il rapporto d’amore tra due Dei che procreano le tante isole  giapponesi. Compro quasi sempre i dischi degli artisti che ascolto dal vivo ma questa volta forse no, tale situazione non è riproponibile nelle anguste stanze di una casa. Appuntamento a lunedì 25 con John McLaughlin & the 4th dimension a Marina dei Cesari Porto Turistico di Fano.

Cosimo Tomassini.

Gli Agriturismo meno cari d’Italia? nelle Marche e in Puglia

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agriturismo la meridiana nelle marche

agriturismo la meridiana nelle marche

Quando circa vent’anni fa gli agriturismo erano davvero pochi e non c’era internet e non c’erano chiaramente i socialnetwork, si faceva un gran “tam tam” tra amici, familiari e conoscenti circa la presenza di strutture turistiche che avevano il vezzo di permettere pernottamenti e cene luculliane a prezzi ridicoli. A quei tempi abitavo in Puglia ed avevo poco più di 16 anni. Fu allora che ebbi modo di sentir parlare di agriturimo e da quel momento fu un continuo inseguire con gli amici quei posti che potevano regalarci una vacanza con pochi soldini. Oggi abito nelle Marche e non c’è giorno che passi senza che non senta parlare della nascita di un’azienda agrituristica tra le colline marchigiane. Le Marche è una regione che, insieme alla Toscana e l’Umbria, meglio rappresenta l’icone della tipica azienda agricola. Qui i casolari sono vere e proprie “country farm” in grado di mettere il territorio sul palmo di una mano. Ma il concetto di ricettività in Italia, si sa, prende innumerevoli declinazioni: è così che sono nati – succesivamente – vere e proprie case vacanze ognuna in grado di rispondere alle svariate esigenze dei turisti o avventori occasionali. Oggi ci sono agriturismo nelle Marche (come in tutte le regioni italiane) in grado di rispondere con precisione all’idea di vacanza nel verde. Ci sono agriturismo che ti permettono di dormire in pieno silenzio tra le morbide colline del pesarese, ci sono altri agriturismo in cui si mangia incredibilmente bene in contesti genuini e suggestivi.

Ma c’è una domanda che mi sono posto ultimamente circa la grande offerta agrituristica: ma oggi, qunto costa dormire o mangiare in un agriturismo? E ancora: quali sono le regioni in cui è possibile ancora godere di offerte più vicine al concetto di “agreste” e meno a quelle di “ti spenno vivo”?

Da quello che posso dire io personalmente, trovo la Puglia e le Marche a pieno titolo le regioni più economiche da questo punto di vista. Voi avete una dimensione differente?

Fano Yacht festival 2011

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Ogni anno a Fano è sempre più evento imperdibile: il “Fano Yacht Festival” anche quest’anno si fa padrona dell’attenzione tantissimi amanti del mondo nautico che giungono nella città di Fano per godere del primo salone in acqua dell’Adriatico. Il Fano Yacht Festival, anche in questa edizione 2011, si  propone al grande pubblico con l’intento di anticipare le ultime novità che da qui a poco si potranno vedere galleggiare nel Mar Mediterraneo. Anche quest’anno si attendono tantissimi avventori che giungeranno a Fano con il preciso fine di scoprire le anteprime del settore, effettuare acquisti in ingresso alla stagione estiva e trascorrere in modo piacevole e divertente il proprio tempo. Operatori del settore nautico e visitatori (anche curiosi) potranno  godere delle proposte più innovative del mercato nautico, di un vario programma di eventi di qualità, di un territorio ricco di storia e di tradizioni. Già da diversi giorni gli hotel a Fano sono stati subbissati da telefonate di prenotazioni da parte di appassionati che giungono da tutta italia. Un ricco programma di intrattenimento, eventi sportivi e convegni faranno, infine, da sfondo a questa kermesse che, come ogni anno, si terrà nella zona del porto turistico Marina dei Cesari.

Cosa trovi in esposizione:
barche a motore; barche a vela; moto d’acqua; subacquea; charter e turismo nautico; costruzione, riparazione, trasformazione di imbarcazioni; elettronica, sistemi di navigazione e comunicazione; materie prime e semilavorati; attrezzature; produttori e rivenditori di arredi; architetti; abbigliamento nautico; servizi finanziari e assicurativi; servizi nautici; stampa e media; marinas e porti; federazioni e associazioni; istituzioni.

Hotels convenzionati con l’iniziativa: Hotel Casadei (Fano) e Hotel Sole (Marotta)

Filosofia dell’edilizia a Fano

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La settimana scorsa, per motivi di lavoro, sono passato a Fano, una piccola e attraente città della Regione Marche. Passeggiando per la strada centrale, che collega il centro storico all’entroterra, ho letto un cartello pubblicitario piuttosto datato, quasi ricoperto di polvere e dimenticato da tempo: Impresa Edile Fano. Dal disuso dell’insegna deduco che anche qui, in una delle più floride città del centro Italia, il settore dell’edilizia registra una crisi. Sicuramente la mancanza di occupazione e la difficoltà delle banche a garantire prestiti deve aver ridimensionato la produttività di ogni singola impresa di costruzioni. Ma qui, a Fano, l’economia si regge anche su altro. E non di questo volevo parlare oggi. Bensì, passando a Fano in un pomeriggio di timida primavera, a metà marzo,  mi è tornato alla memoria un vecchio amico di qualche anno fa, un compagno di università che era originario niente meno che di Fano. Passando per di qua era inevitabile che mi ricordassi di lui, dei tempi delle lezioni alla Facoltà di Filosofia. Era un’anima irrequieta e con le sue stranezze sapeva sempre stupire, talvolta, bonariamente, mi faceva quasi paura. Mi ritorna in mente ora, vedendo il cartello pubblicitario dell‘impresa di costruzioni, si chiamava Giovanni, un nome ereditato da un parente pugliese, ma quello che mi fa sorridere nel ripensarlo oggi era la sua tipicità: studiavamo assieme lettere e filosofia, ma la sua passione erano i lavori di fatica ed il suo sogno prima di tutti gli altri era quello di fare il muratore. O almeno era quello che raccontava a noi compagni di studio, di questa strana idea per il suo futuro professionale: sarebbe voluto tornare nella sua città, e dopo tanti libri, romanzi e filosofia piena di giri di pensiero avrebbe intrapreso la strada del manovale facendosi assumere in un’impresa edile a Fano. Ci raccontava sempre della imprevedibile nobiltà dei mestieri senza tempo, quelli non legati alla rivoluzione industriale, nobili come l’acqua dei fiumi che scorrono dalla nascita del mondo. E sempre sottolineava, mentre noi lo guardavamo con la stessa simpatia con la quale si sorride ad un bambino buffo e tenero, che niente come i lavori di fatica avrebbe potuto riportare l’ordine nella vita degli uomini e quindi nel mondo: con molta più efficacia dei sistemi di pensiero che eravamo soliti studiare all’università, come se dietro al lavoro del muratore si celasse chissà quale occulto e luminoso sistema di pensiero spirituale. Dopo gli anni dell’università ci siamo persi di vista, come allontanati da ritmi di esistenza differenti. Io sono stato chiamato al nord, dalla vita che mi ha voluto a Milano. Lui chissà. Chissà se sarà riuscito a realizzare il suo sogno diventando un piccolo manovale di città, inseguendo chissà quale pace nascosta in una impresa di costruzioni. Allontanandomi da Fano lo rivedo, in un ricordo sbiadito come l’insegna dell’impresa di costruzioni: Impresa edile Fano.

UNA CALDA E RILASSANTE ATMOSFERA DI CASA… A RIMINI

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Il gruppo Toni Hotels fa capo a 3 bellissimi hotel dalla tranquilla ma pur sempre dinamica atmosfera di casa. La sensazione di appartenenza a qualcosa di familiare si avverte ovunque: dalle hall con i salotti in pelle bordeaux, dove i tappeti, i colori, i quadri alle pareti sono quelli che potete trovare negli ambienti più familiari e intimi, alla veranda dell’hotel Villa Bianca, vero e proprio balcone per rilassanti momenti di tranquillità. Non miriamo ad essere ricordati per gli “eccessi di carattere” ma per la rilassante normalità che si cerca in una casa.

L’ Hotel Litoraneo è un hotel quattro stelle di Rimini che si distingue dalla “massa” per via di un’accurata attività di gestione volta ad offrire ai propri ospiti una gamma di servizi completa, personalizzata e di qualità superiore. Il Litoraneo è un hotel con centro convegni, uno dei ristoranti di Rimini più apprezzati (segnalato da Michelin), è di fatto un hotel con piscina esterna (per i vostri momenti di relax), e gode di un ampio parcheggio privato. Praticamente un Hotel quattro stelle di Rimini particolarmente indicato per tutte le esigenze di soggiorno.

Il Villa Bianca è un hotel di Rimini che ben risponde alle esigenze delle famiglie con bambini. Camere comode e spaziose, spiaggia attrezzata appena usciti dall’albergo, piscina esterna dove trascorrere con tutta la famiglia piacevoli momenti di relax e divertimento, cucina ricca, gustosa e adattabile alle esigenze dei più piccoli. L’ Hotel Villa Bianca di Rimini, albergo tre stelle aperto tutto l’anno, propone agli ospiti diverse tipologie di trattamento: Bed & Breakfast, Mezza Pensione, Pensione Completa e la nuova Formula All Inclusive.

Il Parioli è un hotel tre stelle di Rimini che propone camere ed appartamenti particolarmente indicati per chi desidera vivere le proprie vacanze in autonomia, alla scoperta del territorio, o per manager e uomini d’affari impegnati in lunghi soggiorni di lavoro. Tutta l’organizzazione del Suite Hotel Parioli è orientata ad offrire ai propri ospiti un soggiorno su misura, secondo le proprie esigenze. Si può scegliere la Formula Hotel, con trattamento di bed & breakfast, oppure la Formula Residence, con soggiorno in appartamenti accoglienti e funzionali, climatizzati ed insonorizzati.

Questa atmosfera familiare insieme alla cordialità dello staff vi coinvolgeranno, perché la cortesia e la professionalità non sono mia scontate, al contrario la vocazione all’accoglienza è l’arma vincente, il plus che cercate entrando in casa di amici.

Milano per i milanesi

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Assaggi gustosi nei brunch domenicali, un mix fra breakfast e lunch, il brunch è ormai tradizione a Milano, per chi si sveglia tardi e non avesse voglia di cucinare, per chi si volesse regalare sfiziosità salate e dolci, “respirando” perchè no anche un’atmosfera americana senza dover sorvolare l’oceano; ecco a voi un percorso per tutti i gusti: il brunch domenicale all’Emporio Armani caffè è rigorosamente à la carte. Tra i ristoranti a Milano e caffè  di prestigio, Armani vanta la possibilità di una colazione “rinforzata”, optando per croissant, plum cake, spremute e centrifughe di frutta fresca, si può ordinare il cestino, prezioso di marmellate, brioches e pani tostati, servito à la table; oppure scegliere una serie di pietanze american style come bacon e salsa olandese, omelette, fino a preferire piatti made in Italy come spaghetti artigianali con pomodorini e basilico, paccheri alla Norma con provola affumicata, selezione di formaggi con miele di castagno. Al Sheraton diana majestic il weekend si fa sempre goloso, grazie a un buffet ricco e variegato, suddiviso in oasi saporite dedicate al breakfast: uova strapazzate con bacon croccante, plum cake, crossaint, per poi passare al salato che cambia ogni settimana, omaggiando mediterraneità e milanesità. Qualche assaggio? Zuppa di zucca, risotto spinaci e salmone, tortini di carote, fino ad approdare ai dolci con mousse al pistacchio e crème caramel, ravioli dolci (farciti con ricotta e cioccolato). Il brunch va in scena anche il sabato, con pietanze mediterranee dolci e salate proposte in una mise en place che valorizza ogni portata. Al Sanvittore, ogni domenica è un tuffo nel benessere di una natura amica, salutare più che mai. È stato pensato per le giovani famiglie con pargoletti al seguito: tavoli apparecchiati con fogli di carta bianchi corredati da pastelli (per poter scarabocchiare in libertà), un’animatrice per far giocare i piccoli e poi sorprese, maghi e burattini. Novità della stagione: ogni 3 settimane l’animazione è prevista anche in lingua inglese. Perchè i bambini apprendono molto in fretta e la clientela è sempre più international.
Per chi volesse una location più “ricercata” Item, è un locale dal cuore internazionale.Un’oasi di tranquillità, dove gustare un breakfast-lunch, proposto il sabato e la domenica, in tutta calma, scegliendo da una carta gustosa. Il menù comprende sia piatti dolci che salati, per esaudire l’appetito di ciascun ospite. Il bello del locale è che si può stare nel dehors, fra ombrelloni e tavolini; sopra, nel luminoso soppalco con vista sul verde; oppure giù, fra arredi vintage e atmosfere newyorkesi.
Infine al Noy il risveglio domenicale è pacato e gustoso. Un grande loft, con i suoi colori tenui e tessuti morbidi che ti fanno sentire a casa. I piatti variano ogni domenica, dai ravioli al nero di seppia con ripieno di branzino, baccalà e polenta, all’area ricca di salumi e verdure, fino ai dolci. I più piccoli sono affidati all’animazione del mago Aron, dopo il pranzo, con grande gioia dei genitori. Mentre col passare dell’autunno le giornate diventano sempre più fredde e le domeniche spesso sono uggiose, i brunch possono regalare momenti autentici all’insegna del sapore e del relax.